UN ELFO IN SMART WORKING!
“Elfo, mi vedi bene?”
Da qualche settimana le mie giornate di lavoro iniziano tutte così. In videochiamata.
“CASA DI BABBO NATALE sta chiamando CASTELLO DI PIOVERA”: ogni mattina alle otto in punto rispondo al telefono dalla mia postazione di smart working, Babbo mi saluta virtualmente dalla Lapponia e ci mettiamo subito all’opera. Rapida occhiata alle letterine dei bambini arrivate nelle ultime 24 ore e poi laboratorio sui giocattoli. Scienza delle Costruzioni e Chimica dei Materiali sono decisamente le sessioni più noiose, anche dopo aver bevuto un paiolo di tè alla cannella…ricordo che alla Scuola degli Elfi in Finlandia le saltavo sempre per andare nell’aula di Addobbi&Magie di Luci, ma non ditelo a Babbo, è sempre così stressato e permaloso nel periodo natalizio…
Ah, perdonatemi, mi presento: sono il Contelfo Calvo da Piovera, Mastro Direttore della Premiata Fabbrica di Balocchi del Castello. Nella mia lunga vita di Elfo Giocattolaio qui al villaggio di Piovera ho attraversato crisi, alluvioni, invasioni di Troll, ma nemmeno con tutta la fantasia di cui sono capace avrei mai immaginato di imbattermi in una pandemia mondiale. Babbo è bloccato a Rovaniemi dal lockdown e in questo strano dicembre non ha potuto fare il suo tradizionale viaggio nel Regno per raccogliere le letterine dei bambini, portare a tutte le fabbriche di balocchi i kit per costruire i regali e istruire noi Elfi sui lavori da fare. Forse non potrà nemmeno consegnare i doni.
Quest’anno dobbiamo fare tutto in smart working. E non è così semplice come sembra. I tutorial per fare Barbie, Super Mario, Le Hot Wheels o i Pokemon riesco a seguirli, ma avete una vaga idea di cosa significhi costruire una PlayStation 5? E’ talmente complicato che mi devo far aiutare dai miei collaboratori mentre la connessione con Babbo sparisce, poi ritorna, poi sparisce di nuovo e la mascherina mi appanna tutti gli occhiali!
Che nostalgia dei tempi in cui Babbo veniva a trovarci per passare con noi il Natale in Castello…alloggiava nella Casa del Platano che gli preparavamo con tutte le comodità e lì, seduto nella sua poltrona preferita accanto al camino, già nelle prime domeniche di dicembre accoglieva insieme agli Elfi Postini tutti i bambini che volevano scrivere e consegnargli personalmente la loro letterina. La Casa era un’esplosione di doni, luci e colori!
Per l’occasione, arrivavano da tutto il Regno personaggi incredibili che rendevano Piovera un vero villaggio delle favole, come Harry Potter e i suoi amici maghi direttamente da Hogwarts ed Elsa e Anna da Arendelle! Ricordo che un anno Newt Scamander portò addirittura i suoi Animali Fantastici! Non andarono molto d’accordo con gli asinelli nel parco ma ammetto che era parecchio divertente vederli litigare!
Al Villaggio dei Giocattoli, di fronte al Castello, io e gli Elfi Operai aiutavamo i bambini a costruire piccoli giochi, mentre tutto intorno eravamo avvolti dalle note festose dei musical, dalle voci coinvolgenti dei Cantastorie e dal dolce profumo di caldarroste e cioccolata dei Mercatini. Quando il freddo ci faceva tremare un po’ le gambe, ci tuffavamo proprio là, nella calda atmosfera natalizia dei banchetti, tra golosità e oggetti fiabeschi portati da artigiani operosi e creativi. Anche i bambini delle scuole davano il loro prezioso contributo per creare la speciale magia del Natale in Castello: ricordo ancora con commozione la gara di pupazzi di neve e quella di presepi fatti con materiali riciclati! La soddisfazione che vidi sui loro visini per ciò che erano riusciti a realizzare con le loro mani mi rese tanto orgoglioso della mia comunità. Lo stesso orgoglio che ho provato tutte le volte che i Media hanno parlato di noi! All’inizio ci seguiva solo La Gazzetta degli Elfi, ma poi la nostra fama è cresciuta e Natale dopo Natale, anno dopo anno abbiamo catturato l’attenzione di giornali come Radio Gold e Alessandria News, ma anche di siti specializzati come Bimbi del Monferrato, Booking Piemonte ed Eate .
Quando alla fine di quelle domeniche gioiose le porte del Castello si richiudevano e le famiglie tornavano nelle loro case, per giorni ci restavano negli occhi le immagini dei loro sorrisi e ci risuonavano nelle orecchie le loro voci felici. Nei nostri cuori le emozioni di quegli incontri ci avrebbero accompagnato per un anno intero. Fino al Natale successivo.
Nelle settimane seguenti che restavano prima del 25 dicembre, Babbo rimaneva con noi per gestire i lavori di costruzione dei regali: che emozione osservarlo mentre con il suo saggio e fidato bastone magico ci mostrava come creare abilmente i giocattoli richiesti dai nostri bambini, uno ad uno…e il 24, la Vigilia, il giorno in cui raccoglieva i doni da tutte le fabbriche di balocchi del Regno per consegnarli nella notte, caricavamo i nostri pacchi sulla slitta, nutrivamo le renne e nel borsone gli lasciavamo sempre, per il viaggio, una borraccia di tè caldo speziato e qualche stecca di cioccolato al pistacchio. La sua preferita…
“Contelfo?…Contelfo, ci sei?”.
La voce metallica di Babbo dallo smartphone mi riporta alla realtà.
“Sì, Babbo. Scusa. Stavo ripensando con nostalgia ai tanti Natali passati insieme…mi manchi. Ci manchi…”.
“Lo so, Contelfo. Lo so. Mi mancate voi, i bambini, il Castello. Mi manca tutto del Natale. Ma non mi faccio abbattere l’umore da un virus che ha l’aspetto di un pesce palla! Ho bisogno del vostro aiuto, Contelfo. Quest’anno ancora di più. Sarete voi Elfi i miei degni sostituti dove non potrò andare. Ad ognuno di voi manderò una slitta turbo con navigatore integrato e destinazioni già inserite in mappa e consegnerete i regali al mio posto! Mi avete osservato lavorare in questi anni, ho visto la vostra attenzione e dedizione. Siete stati degli ottimi allievi e adesso sarete degli ottimi collaboratori. Mi fido di voi. Farete un ottimo lavoro. So di chiedervi un impegno enorme e uno sforzo inimmaginabile. Ma so anche che posso contare su di voi. In nome del Natale e per i nostri bambini, sono sicuro che ce la metterete tutta”.
Rimango in silenzio qualche secondo. Le mille emozioni che sento prendono la forma di una piccola lacrima che cade prima di avere il tempo di fermarla. Babbo se ne accorge.
“Ti faccio una promessa”, continua, “La faccio a te e a tutti i bambini: sono lontano, ma vi sarò vicino con un videomessaggio di auguri che sto preparando! Non sono molto bravo con lo smartphone, ma i Folletti Bro’ e Fra’ mi stanno aiutando! Sono un po’ strani, a dirla tutta…non ho ancora ben capito perché mi dicono sempre Bella Zio, se io sono Babbo…e poi chi sarà questa Bella, se io vivo da solo?….boh…però il video sta venendo una bomba…e con poco sbatti!”. Ride di gusto e il suo pancione sussulta.
“Stai iniziando a parlare come loro, Babbo!”. Mi unisco alla risata e la tensione di poco fa svanisce.
“Ti faccio una promessa anch’io”, concludo. “Ce la faremo e ti renderemo orgoglioso di noi. I nostri bambini avranno i loro regali e sarà il più incredibile e pazzesco Natale di sempre”.
Ci salutiamo. Torno al mio lavoro con un entusiasmo e una forza che non pensavo di poter sentire nuovamente in questo bizzarro 2020. Le parole di Babbo sono un’iniezione di speranza. E ricevere i suoi video-auguri sarà un po’ come averlo qui con noi.
Che ne dite di guardarli insieme a me? Seguiteci sui Social del Castello di Piovera nei prossimi giorni per vedere il suo videomessaggio!
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